Gentili Associazioni Locali,
questo pomeriggio in Senato si discute la mozione sulla celiachia, frutto di un importante percorso, iniziato un anno fa, con la stesura di precedenti mozioni ai cui testi AIC ha sempre collaborato quale fonte di informazione autorevole sulle tematiche che riguardano la celiachia. Tra i firmatari i senatori Vaccari e Lettieri, da sempre sensibili ai temi della celiachia ed al sostegno delle nostre iniziative, oltre alla Presidente della Commissione Salute del Senato Emilia Grazia De Biase, che abbiamo già avuto occasione di incontrare in audizione presso la commissione da Lei presieduta.
La mozione, aggiornata ai gravi fatti che hanno interessato la Regione Calabria, chiede l’intervento urgente per arginare la serrata dei farmacisti in atto nelle province calabresi e ripristinare il diritto fondamentale delle persone celiache ad accedere alla dieta senza glutine. Inoltre si riporta l’attenzione sulla necessità, nonostante l’approvazione del Regolamento (UE) N. 609/2013, di garantire che la normativa italiana, da sempre all’avanguardia per i diritti e le tutele dei celiaci, mantenga pari garanzia per la sicurezza del prodotto specificamente rivolto ai celiaci (ex dietetico), per la produzione, notifica delle etichette e piano di campionamento di controllo, e mantenga anche il Registro nazionale degli alimenti, quale unica fonte per l’erogazione gratuita, anche con l’attuazione della revisione del registro già discussa ai tavoli tecnici del Ministero della salute.
Il testo della mozione è focalizzato anche sull’annoso problema della circolarità dei buoni per gli alimenti senza glutine, chiedendo di attuare procedure che consentano di ritirare le cure in tutte le regioni d’Italia e non solo in quella in cui si risiede. Non meno importante il richiamo al tema della diagnosi, per una malattia che richiede ancora, mediamente, 6 anni di tempo e indagini prima di essere diagnosticata. Si richiede l’impegno del Governo a promuovere la diagnosi precoce che dovrà essere perseguita con strumenti alternativi, già indicati dalla legge n. 123 del 2005. Citato anche il lavoro di AIC e del Comitato Scientifico che ha presentato già al Ministero una proposta di aggiornamento del protocollo di diagnosi.